Archivi mensili: Marzo 2022


25 marzo 2022 – CONSACRAZIONE DELLA RUSSIA E DELL’UCRAINA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

Oggi non abbiamo altro da fare e da dire che unirci alla preghiera del Santo Padre che alle 18:30 , al termine della liturgia penitenziale in San Pietro, consacrerà Russia, Ucraina e tutto il mondo al Cuore Immacolato di Maria, così come richiesto dalla Madonna stessa a Fatima.

Pubblichiamo qui il testo della consacrazione e ci diamo appuntamento, in comunione con il Papa e tutti i Vescovi, ai piedi della Madonna, nelle nostre case o in parrocchia.

ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.

Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!

Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.

Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.

Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.

Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.

Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.

Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.

Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.

E con la voce della nostra amica Olimpia Pizzol vogliamo continuare a metterci sotto il manto della Madonna con questa bella canzone di Claudio Chieffo: Splendore del mattino


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 9° giorno

GIUSEPPE SPOSO DI MARIA

Nell’ultimo giorno di questa novena vogliamo meditare sul titolo con cui la Chiesa domani festeggia San Giuseppe. Lo chiama “sposo di Maria”. Ci facciamo aiutare ancora dalle parole del Papa che racconta la storia di Giuseppe e Maria così come è narrata nel Vangelo.

“Vorrei che ci fermassimo a riflettere su un dettaglio di questa storia narrata dal Vangelo e che molto spesso trascuriamo. Maria e Giuseppe sono due fidanzati che probabilmente hanno coltivato dei sogni e delle aspettative rispetto alla loro vita e al loro futuro. Dio sembra inserirsi come un imprevisto nella loro vicenda e, seppure con una iniziale fatica, entrambi spalancano il cuore alla realtà che si pone loro innanzi.

Cari fratelli e care sorelle, molto spesso la nostra vita non è come ce la immaginiamo. Soprattutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo. E si deve passare dall’innamoramento all’amore maturo. Voi novelli sposi, pensate bene a questo. La prima fase è sempre segnata da un certo incanto, che ci fa vivere immersi in un immaginario che spesso non corrisponde alla realtà dei fatti. Ma proprio quando l’innamoramento con le sue aspettative sembra finire, lì può cominciare l’amore vero. Amare infatti non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione; significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre. Ecco perché Giuseppe ci dà una lezione importante, sceglie Maria “a occhi aperti”. E possiamo dire con tutti i rischi. “ (Udienza generale dicembre 2021- Giuseppe sposo di Maria)

Giuseppe e Maria hanno insieme dato la vita per l’opera che Dio aveva loro affidato, e questo li ha resi grandi per sempre.

E anche questa volta concludiamo con una preghiera a San Giuseppe, dedicata in particolare agli sposi e ai fidanzati, ma che chiede per tutti a san Giuseppe il segreto della vera gioia. La recitiamo pensando anche a tutti quegli sposi e fidanzati che in questi giorni di guerra hanno dovuto accogliere l’imprevisto della separazione, perchè non perdano la speranza e la fiducia nel progetto di Dio.

San Giuseppe,
tu che hai amato Maria con libertà,
e hai scelto di rinunciare al tuo immaginario per fare spazio alla realtà,
aiuta ognuno di noi a lasciarci sorprendere da Dio
e ad accogliere la vita non come un imprevisto da cui difendersi,
ma come un mistero che nasconde il segreto della vera gioia.
Ottieni a tutti i fidanzati cristiani la gioia e la radicalità,
conservando però sempre la consapevolezza
che solo la misericordia e il perdono rendono possibile l’amore. Amen
.


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 8° giorno

GIUSEPPE, L’UOMO A CUI DIO PARLA IN SOGNO

Oggi vogliamo ascoltare il Papa che parla di un aspetto molto speciale di san Giuseppe, tanto che lui ne ha una devozione particolare: la devozione a san Giuseppe dormiente.

La statua di san Giuseppe dormiente nella stanza del Papa a santa Marta

Fin dall’inizio del suo Pontificato, proprio nel giorno della festa di san Giuseppe, il 19 marzo 2013, Papa Francesco ha subito parlato del suo santo preferito.

“Giuseppe è ‘custode’, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate, sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza”. ( Dall’Omelia per la Messa di inizio del ministero petrino di Papa Francesco)

Poi un giorno ha raccontato una cosa molto personale:

Io amo molto San Giuseppe perché è un uomo forte e silenzioso.
Sulla mia scrivania ho un’immagine di San Giuseppe mentre dorme. E mentre dorme si prende cura della Chiesa! Sì! Può farlo, lo sappiamo e quando ho un problema o una difficoltà io scrivo un biglietto su un pezzo di carta e
lo metto sotto la statua di San Giuseppe affinché lui possa sognarlo. Questo gesto significa: prega pe
r questo problema!».

(Discorso alle famiglie, Manila – 16.01.2015 )

Ma il sonno di Giuseppe è anche il sonno di un giovane che sogna, e nei suoi sogni Dio gli indica la via.

Io oggi vorrei chiedere, ci dia a tutti noi la capacità di sognare perché quando sogniamo le cose grandi, le cose belle, ci avviciniamo al sogno di Dio, le cose che Dio sogna su di noi. Che ai giovani dia – perché lui era giovane – la capacità di sognare, di rischiare e prendere i compiti difficili che hanno visto nei sogni. E ci dia a tutti noi la fedeltà che generalmente cresce in un atteggiamento giusto, lui era giusto, cresce nel silenzio – poche parole – e cresce nella tenerezza che è capace di custodire le proprie debolezze e quelle degli altri”. (Omelia Messa mattutina, Casa Santa Marta )

Accompagniamo la nostra meditazione di oggi con l’inno a san Giuseppe cantato dai nostri amici della Compagnia del Presepe Vivente:


Ecco qui l’immagine della statua di san Giuseppe da colorare. Perché non la stampate su cartoncino, la ritagliate, la colorate come nella foto e questa sera su un bigliettino scrivete un vostro grande desiderio, o un problema che non sapete come affrontare e lo mettete come cuscino a san Giuseppe?

Magari accompagnandolo con questa bella preghiera:

O amato San Giuseppe, Dio nel sonno ti ha manifestato i suoi misteriosi progetti per la tua futura sposa Maria e la missione di custodire Gesù, il Salvatore del mondo.

Ora affidiamo a te la nostra preghiera, i nostri desideri, le aspirazioni e le speranze, affinché siano presenti nei tuoi sogni e si possano realizzare per il nostro bene.

Un bene che ci renda sempre più amici del tuo figlio Gesù,

sorgente di benessere fisico e spirituale.

Ottienici la forza di compiere con prontezza la volontà del Padre nei nostri confronti e, dal tuo esempio, possiamo imparare a non lasciarci più travolgere dalle difficoltà della vita e sentire sempre la tua paterna mano protettrice, nella nostra mano.

Mantienici, oggi come ieri e domani, nel tuo sonno di uomo giusto. Amen


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 7°giorno

Mercoledì 16 marzo 2022 – PADRE NELL’OMBRA

Giuseppe ha saputo amare in maniera straordinariamente libera. Non ha mai messo sé stesso al centro. Ha saputo decentrarsi, mettere al centro della sua vita Maria e Gesù. La felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé. Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia. Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia. ” (Papa Francesco)

L’ultimo paragrafo della lettera apostolica del Papa su San Giuseppe lo definisce PADRE NELL’OMBRA e il nostro santo ha vissuto anche la sua morte nell’ombra. Non si sa nulla di come sia andata, si pensa che sia morto assistito da Maria e Giuseppe proprio prima che che Gesù iniziasse il suo ministero pubblico, quello che in tre anni lo porterà sulle strade della Palestina a incontrare i suoi fratelli e annunciare loro il Regno di Dio.

Il nostro amico Giampiero Pizzol ha provato nel suo libro “Giuseppe il falegname” a immaginare tutta la storia nascosta di Giuseppe e qui ci racconta gli ultimi istanti della vita terrena di Giuseppe, che ritorna al Padre accompagnato da coloro che lui ha accompagnato per tutta la vita: Maria e Gesù. Per questo san Giuseppe è anche invocato come il protettore della buona morte, perché per lui è stata continuare a vivere quello che aveva vissuto per tutta la vita.

Giuseppe, dice il Papa, non si è mai messo al centro, ma in questo dono di sé è diventato “grande” e continua ad indicarci la strada della felicità.

LA BOTTEGA DI GIUSEPPE

Questa volta il nostro amico Giuseppe Pecci ci propone un lavoro un po’ speciale: facciamo come san Giuseppe, seguiamo i segni, coloriamo secondo le indicazioni e vedremo cosa ne verrà fuori!

AMICI NELL’OMBRA

In questi giorni, io ho visto un’amica vivere e morire come san Giuseppe, “nell’ombra del dono di sè”, una che chiamerei come dice il Papa “un santo della porta accanto”. Io l’ho conosciuta negli ultimi mesi della sua vita e ne sono rimasta segnata. Riporto qui un articolo che un altro amico ha pubblicato su Facebook subito dopo il suo funerale.

Ammiro queste fioriture , che dureranno davvero pochi giorni ma ora vestono a festa degli alberi a cui nel resto dell’anno ci si bada ben poco.È appena terminato il collegamento con le esequie di Anna , questa donna ch’è stata vestita con l’abito nuziale per la sepoltura e che scoprì più di 25 anni fa di essere malata di SLA , appena dopo il suo viaggio di nozze. Ebbe cinque gravidanze ma nessuna portata a termine , ed una sesta da cui nacque una bimba che sopravvivesse solo pochi giorni. La Messa di addio ha reso evidente che “la tua Grazia vale più della Vita” e che quello di eterno a cui vivendo partecipiamo è la costruzione della Chiesa, la compagnia di Cristo agli uomini. I racconti di come le persone che si sono avvicinate ad Anna siano state toccate e cambiate dal rapporto con lei sono moltissimi. Ci sono coppie di fidanzati che hanno voluto Anna e suo marito Riccardo come testimoni di nozze, dopo averli appena conosciuti. Loro due, testimoni di un amore vero, che dura per sempre e che ha affrontato con coraggio e perfino con letizia le circostanze via via più complicate, più difficili da sopportare, in un progressivo annullarsi delle funzioni vitali di lei con l’anima sempre più imprigionata dal suo corpo , con la dedizione totale di lui, sono stati una lampada da cui trarre quegli insegnamenti che non si dimenticano. Anna si è spenta mentre la sorella ed il marito cantavano, pregavano e si sono inginocchiati recitando l’Angelus. Queste cose sono state dette durante la funzione, ma io stesso ho avuto modo varie volte nelle ultime settimane di ascoltare parlare Riccardo , e di vederlo collegato in rete, aggiornare sulle condizioni di lei , sugli interventi palliativi in corso od altro, e da subito ne ho tratto l’impressione profonda che ci fosse una consapevolezza totale di una misteriosa preferenza che alle loro vite era toccata , e che ogni suo atteggiamento denotava .Così questi alberi sono il segno che questa esistenza ha generato la vita , ed in particolare la vita della Chiesa , lì dalle parti di Verona e non solo ; anche ovunque nel mondo , ove noi abbiamo avuto la grazia di aver condiviso qualche istante del loro tempo , restiamo a loro uniti in un cammino che ha una meta sicura. (Roberto Marconi)

Ed ora la preghiera a san Giuseppe

O Glorioso patriarca San Giuseppe, Protettore benevolo dei moribondi, mio speciale avvocato,

per la felicità, per l’amore con cui serviste in tutto il tempo della vostra vita

come Sposo a Maria, come Padre a Gesù,

per i dolori che voi soffriste con tanta rassegnazione,

per le allegrezze che riceveste con tanta umiltà da quel Dio che ora niente sa negare alle vostre domande,

come sempre vi fu obbediente qui sulla terra, impetratemi,

vi prego, una plenaria remissione di tutte le mie passate mancanze,

e una volontà sempre pronta a meglio servirlo in avvenire,

affinché vivendo sempre come voi nella virtù e nella santità,

possa come voi meritare di essere in morte assistito da Gesù e da Maria,

che in questo mondo vi fecero provare anticipati gaudi del Paradiso.

Vegliate sopra di me in tutto il corso della mia vita, come vegliaste sopra Gesù,

quando tenero Bambino era affidato alle vostre cure.

Difendetemi da ogni assalto nemico, e non permettete mai

che la morte mi colga in un punto in cui mi sia demeritato,

con una condotta meno cristiana, la vostra protezione. Amen


Gesù, Giuseppe e Maria – vi dono il cuore e l’anima mia.
Gesù, Giuseppe e Maria – assistetemi nell’ultima agonia.
Gesù, Giuseppe e Maria – spiri in pace con Voi l’anima mia.


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 6° giorno

Martedì 15 marzo 2022 – PADRE LAVORATORE

Il lavoro per ogni uomo è fonte di dignità. Dice il Papa : “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro.” Per tanti anni infatti Gesù ha lavorato insieme a Giuseppe nella sua bottega. Ogni mattina Giuseppe prendeva i suoi attrezzi e dedicandosi con attenzione al suo lavoro sicuramente viveva ogni gesto, ogni chiodo battuto, ogni taglio del legno, ogni piallata, come una carezza per la sua famiglia. E magari faceva tardi la sera per finire il lavoro arretrato, e quando il sole era tramontato continuava a lavorare a lume di candela, come si vede in questo bellissimo quadro di un pittore francese del ‘600: George de la Tour. Giuseppe non è solo a lavorare: Gesù è con lui e lo aiuta sorreggendo la candela che lo illumina. Ma se guardate bene in realtà la luce viene dalla faccia di Gesù che Giuseppe scruta per riconoscere la presenza di Dio in quel Bambino che lo sta aiutando nel suo lavoro quotidiano. Gesù illumina ogni gesto che facciamo, anche il più piccolo: questa era la consapevolezza di Giuseppe, che misteriosamente ogni suo più piccolo e invisibile atto quotidiano, che per lui era sempre un atto d’amore per Gesù e Maria, collaborava all’opera di Dio, al progetto di salvezza di Dio sul mondo. E questa fiducia nel piano di Dio la insegnava anche a Gesù. Dicono che nel quadro Giuseppe con un succhiello (così si chiama quell’attrezzo che sta usando) sta preparando una trave, simbolo della croce su cui Gesù morirà. Ma la luce del viso di Gesù ci ricorda che quella morte a cui si consegnerà è già piena della Sua vittoria.

XIR182538 St. Joseph, the Carpenter (oil on canvas) by Tour, Georges de la (1593-1652); 120.5x80.8 cm; Musee des Beaux-Arts et d'Archeologie, Besancon, France; Giraudon; French, out of copyright

Questo quadro è bellissimo, soprattutto per lo sguardo di Giuseppe verso Gesù. Alcuni dicono che Giuseppe sta fissando la candela, ma io sono certa invece che sta alzando lo sguardo per incrociare gli occhi di Gesù, perché è per Lui che sta lavorando.

LA CASA DI SAN GIUSEPPE A RIMINI

C’è a Rimini una chiesa che porta il nome di san Giuseppe.

WhatsApp Image 2021-03-18 at 18.35.52

Progettata dall’architetto Luigi Fonti, lo stesso che aveva progettato la nostra chiesa di Miramare pochi anni prima, San Giuseppe al Porto è stata inaugurata nel 1971, giusto 51 anni fa. Voi sapete che mestiere faceva san Giuseppe? Il falegname, direte voi, anzi a dire il vero i Vangeli dicono il carpentiere, cioè un falegname che si occupava soprattutto di lavorare legname da costruzione, per le case per esempio, ma si chiama carpentiere anche chi con il legno costruisce gli scafi delle navi. Ebbene, la chiesa a lui dedicata a Rimini è stata proprio pensata come una grande nave, con le arcate come vele spiegate al vento e il campanile che svetta verso l’alto come un grande albero maestro. E chi sostiene questo grande albero maestro? Gesù risorto che ci porta tutti con sé verso l’alto.

WhatsApp Image 2021-03-18 at 18.35.52 (3)
IL TABERNACOLO

Il Tabernacolo, dove si custodisce la presenza di Gesù, è nato dalla collaborazione tra l’architetto Francesco Baldi, che ha progettato il completamento del presbiterio,  e il pittore Americo Mazzotta, un grande artista e amico, che ha disegnato i soggetti figurati. Il tabernacolo è pensato come “la lanterna” del faro che con la sua luce guida i naviganti nel porto sicuro.

L’altare poi ha la forma della nave (simbolo della Chiesa) che fende sicura i flutti del mare seguendo la Croce di Cristo. Anche l’ambone allude alla forma della prua della nave con i simboli dei quattro evangelisti come “polena”.

Tante volte i Padri della Chiesa parlano di essa come di una barca, guidata da Pietro, come la barca su cui tante volte Gesù era salito quando predicava in Galilea. E san Giuseppe, come ha fatto per Gesù e Maria, continua a proteggere e custodire la Chiesa, presenza viva di Gesù oggi. Il suo compito, il suo lavoro resta questo per l’eternità: custodire e far crescere coloro che Dio gli ha affidato.          

 L’amico Americo aveva anche pensato per questa chiesa una statua di San Giuseppe, progettata per il nuovo sagrato della chiesa realizzato circa 10 anni fa, che lo rappresenta proprio come un carpentiere in abito da lavoro, con l’ascia in una mano e il bastone fiorito, simbolo della sua elezione come sposo di Maria e custode del Salvatore, nell’altra, che avanza con il vento che gli scompiglia le vesti, deciso e sicuro nel suo Sì a Colui che lo ha chiamato!Che padre indomabile! Siamo veramente in buone mani! Ecco perché, in questo periodo così difficile per tutti, il Papa ha voluto che imparassimo da lui. 

Ed ora la preghiera a san Giuseppe lavoratore scritta da un altro Papa santo , Paolo VI.

O S. Giuseppe, Patrono della Chiesa,

Tu che accanto al Verbo incarnato

lavorasti ogni giorno per guadagnare

il pane, traendo da Lui la forza di vivere e faticare.

Tu che hai provato l’ansia del domani,

l’amarezza della povertà, la precarietà del lavoro.

Tu che irradi oggi l’esempio

della tua figura, umile davanti agli uomini,

ma grandissima davanti a Dio;

guarda alla immensa famiglia che Ti è affidata.

Benedici la Chiesa,

sospingendola sempre più sulle vie

della fedeltà evangelica;

proteggi i lavoratori

nella loro dura esistenza quotidiana,

difendendoli dallo scoraggiamento,

dalla rivolta negatrice,

come dalle tentazioni dell’edonismo;

prega per i poveri, che continuano

in terra la povertà di Cristo,

suscitando per essi le continue

provvidenze dei loro fratelli più dotati;

e custodisci la pace nel mondo,

quella pace che sola può garantire

lo sviluppo dei popoli

e il pieno compimento delle umane speranze:

per il bene dell’umanità, per la missione della Chiesa,

per la gloria della Trinità Santissima. Amen.


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 5° giorno

Lunedì 14 marzo 2022 – PADRE DAL CORAGGIO CREATIVO

Oggi ascoltiamo direttamente dalla voce del Papa la descrizione di come Giuseppe fosse tutto teso a far crescere Colui che Dio gli aveva affidato.

E Giuseppe se ne è inventate di tutti i colori per riuscire a rispondere al compito che gli era stato assegnato: il suo amore per Maria e per Gesù gli ha fatto trovare tutti i modi possibili per far sì che la sua famiglia potesse vivere e crescere, trasformando ogni problema in opportunità, perché era certo che Dio avrebbe portato a termine il Suo progetto.”Giuseppe è l’uomo mediante il quale Dio si prende cura degli inizi della storia della redenzione. Egli è il vero “miracolo” con cui Dio salva il Bambino e sua madre. Il Cielo interviene fidandosi del coraggio creativo di quest’uomo.” dice il Papa.

A San Giuseppe oggi vogliamo chiedere di insegnarci il suo coraggio e il suo amore con la preghiera che il Papa recita tutti i giorni:

Glorioso Patriarca San Giuseppe,
il cui potere sa rendere possibili le cose impossibili,
vieni in mio aiuto in questi momenti di angoscia e difficoltà.
Prendi sotto la tua protezione le situazioni tanto gravi e difficili che ti affido,
affinché abbiano una felice soluzione.
Mio amato Padre, tutta la mia fiducia è riposta in te.
Che non si dica che ti abbia invocato invano, e poiché tu puoi tutto presso Gesù e Maria,
mostrami che la tua bontà è grande quanto il tuo potere. Amen

Sapete che a Rimini c’è una chiesa che è dedicata a San Giuseppe? E’ la chiesa di San Giuseppe al Porto, che deve il suo nome proprio al fatto che si trova vicino al porto canale di Rimini. Domani la visiteremo anche al suo interno. Intanto guardate come il suo campanile svetta tra gli alberi delle barche ormeggiate nel porto! Sì, perché l’architetto che l’ha progettata, che si chiamava Luigino Fonti, l’aveva pensata proprio come una nave con il campanile come albero maestro,

lo si può vedere da lontano, se vi capita di passare da quelle parti non potete avere dubbi! Andate verso il campanile e entrate nella Chiesa a salutare Gesù e San Giuseppe! 

Pensando a cosa significhi coraggio creativo mi è venuto in mente un tema scritto molti anni fa da mio babbo sulla sua esperienza di padre.
Mio padre era un uomo che a 50 anni frequentò le scuole serali per poter prendere il diploma che gli avrebbe permesso di continuare ad esercitare il mestiere che già svolgeva da anni. Tempo fa ho ritrovato un suo quaderno con lo svolgimento di un tema in cui parla della sua esperienza di padre. La sua prima figlia nacque in tempi di guerra, nel 1942, e i suoi primi anni di vita furono in Italia quelli dei bombardamenti. Si viveva da sfollati, e mio padre ogni giorno si faceva tanti chilometri a piedi dalla città alla campagna per procurarsi quello che serviva alla famiglia. L’esperienza che descrive mi è parsa così bella che la voglio condividere qui dedicandola a tutti i padri che ci seguono.

tema

“… Ricordo la nascita della mia prima figlia che mi riempì di gioia. Ricordo le sue prime parole, i suoi primi passi, i suoi primi capricci, ma anche questi servivano per accrescere in me l’affetto verso di lei che era venuta ad allietare la mia famiglia. Più gli anni passavano e più le preoccupazioni aumentavano: si doveva pensare alla scuola, alle esigenze che col passare degli anni (sia pure anni di fanciullezza) aumentavano. Detta così potrebbe far pensare che di felicità ne avessi poca, ma in realtà era il contrario, poiché erano proprio queste preoccupazioni che accrescevano in me l’affetto verso questa creatura che mi dava la possibilità di mettere alla prova le mie capacità (o incapacità) per darle un avvenireTutto ciò mi dava forza: in certi momenti avevo l’impressione di essere diverso da quello che credevo di essere, le mie energie sembravano inesauribili, le iniziative si susseguivano, le premure erano sempre più costanti, cercavo di essere sempre più comprensivo e affettuoso. Erano gli anni che passavano e le responsabilità aumentavano e anche l’affetto cresceva… ”

Ogni padre rispondendo al suo compito scopre se stesso fino in fondo.


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 4°giorno

Domenica 13 marzo 2022 – PADRE NELL’ACCOGLIENZA

Oggi parliamo di San Giuseppe come Padre nell’accoglienza.

Nel nostro presepe lo abbiamo visto accogliere la nascita di Gesù, così come aveva accolto prima Maria, la sua gravidanza, il censimento, il viaggio a Betlemme, le porte chiuse dei suoi parenti…Giuseppe non si lamenta delle cose che non vanno come dovrebbero, non si spazientisce se non capisce, gli basta guardare Maria per ricordarsi che la sua storia, tutta, è condotta da Dio per vie misteriose.  Giuseppe sa che accoglie il mistero del progetto di Dio nella sua vita ed è stupito di questo.

“La venuta di Gesù in mezzo a noi è un dono del Padre, affinché ciascuno si riconcili con la carne della propria storia anche quando non la comprende fino in fondo.” ci ricorda il Papa.

Per questo oggi vogliamo domandare così: “San Giuseppe, insegnaci ad accogliere Gesù come hai fatto tu anche nei fatti della nostra vita che non capiamo!”

Oggi il nostro amico Giuseppe Pecci ci propone una bella immagine di San Giuseppe in abito da lavoro che accoglie e al tempo stesso ci offre Gesù. Gesù in questa immagine tiene in mano il pane e il pesce, simbolo di se stesso e della sua missione per gli uomini. Ricordate quando Gesù moltiplicò il pane e i pesci per sfamare tutta la gente che lo seguiva? I cinque pani e due pesci di un ragazzino nelle mani di Gesù diventarono cibo per sfamare migliaia di persone: Gesù risponde al nostro bisogno con sovrabbondanza quando lo accogliamo e lo seguiamo.

Ed ora al lavoro! Ritagliamo e ricomponiamo i pezzi del nostro quadro su un cartoncino! E quando avete incollato Giuseppe e Gesù disegnate lo sfondo che volete voi: perché non disegnare, per esempio, la vostra casa o la vostra scuola o il giardino o il parco dove andate a giocare? Giuseppe ha accolto Gesù nella sua vita, così com’era e noi possiamo fare lo stesso!

La preghiera di oggi è quella di un Papa santo che tanti di noi hanno conosciuto e amato, Giovanni Paolo II

Padre di Gesù
O san Giuseppe,
con te, attraverso te,
noi benediciamo il Signore.
Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini
per essere il casto sposo di Maria,
colui che sta alla soglia del mistero
della sua maternità e che, dopo di lei,
accoglie questa maternità nella fede
come opera dello Spirito Santo.
Tu hai dato a Gesù una paternità legale
nella stirpe di Davide.
Tu hai continuamente vegliato
con affettuosa premura
sulla Madre e sul Bambino
per rendere sicura la loro vita
e permettere loro di compiere la loro missione.

Il Salvatore Gesù si è degnato
di sottomettersi a te come ad un padre
durante la sua infanzia e la sua adolescenza
e ricevere da te gli insegnamenti per la vita umana,
mentre tu condividevi la sua vita
nell’adorazione del suo mistero.

Tu ora dimori presso di lui.
Continua a proteggere tutta la Chiesa,
la famiglia nata dalla salvezza portata da Gesù.
Guarda alle necessità spirituali e materiali
di tutti coloro che ricorrono alla tua intercessione.
Ricordati delle famiglie
e in particolare dei poveri:
per mezzo di te essi sono sicuri
di raggiungere lo sguardo materno di Maria
e la mano di Gesù che li soccorre.
Amen


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 3°giorno

Sabato 12 marzo 2022-PADRE NELL’OBBEDIENZA

Oggi scopriamo un aspetto grandioso di Giuseppe: la sua obbedienza.

Dice il Papa: “Analogamente a ciò che Dio ha fatto con Maria, quando le ha manifestato il suo piano di salvezza,
così anche a Giuseppe ha rivelato i suoi disegni; e lo ha fatto tramite i sogni, che nella Bibbia, come presso tutti i popoli antichi, venivano considerati come uno dei mezzi con i quali Dio manifesta la sua volontà”.

Per ben tre volte il Vangelo racconta che in sogno un angelo parlò a Giuseppe: la prima volta per dirgli che il Bambino che Maria aspettava era figlio di Dio, la seconda per avvertirlo di scappare da Betlemme e di andare in Egitto perché Erode voleva uccidere Gesù, la terza per avvertirlo di nuovo che poteva rientrare in patria perché Erode era morto.

E ogni volta Giuseppe si alza e va a compiere il disegno del Padre, quello che Dio ha preparato per lui. Giuseppe dice ogni volta il suo sì silenzioso a quello che Dio gli chiede, perché sa che quello che gli sta accadendo è la storia della salvezza, a cui lui partecipa custodendo il Bambino e sua Madre.

Eccolo qui che racconta di quando l’angelo lo avvertì di scappare in Egitto

E’ proprio da Giuseppe che Gesù imparò l’obbedienza amorosa al Padre.

Ma che animo grande deve avere uno per rispondere con prontezza a un suggerimento che gli viene dato in sogno?

Guardate questo mosaico! L’hanno fatto gli artisti del Centro Aletti guidati da Padre Marko Rupnik per rappresentare il sogno di Giuseppe

Giuseppe dorme con la testa appoggiata a un sasso che funge da cuscino, ha le mani tutte e due poggiate sulla “dura terra”, ma ecco che l’angelo gli si avvicina, gli sussurra all’orecchio. Con una mano gli tocca lievemente la spalla e con l’altra gli indica la direzione da prendere, il compito che gli viene affidato. La voce dell’angelo è lieve, è come un soffio, una delle sue ali è ancora alta verso il Cielo da cui proviene, ma l’altra abbraccia tutto il corpo di Giuseppe: tutta la vita di Giuseppe sarà parte del grande progetto di Dio, il suo sì silenzioso sarà la sua grandezza eterna, egli realizzerà il suo sogno che è il sogno di Dio per gli uomini. Bello, vero?

Eccovi qui il disegno di Giuseppe e dell’Angelo. Perché non colorarlo e incollarlo su un bel fondo a mosaico come quello della foto, proprio come hanno fatto i bambini di Via Pescara a Natale con i mosaici della Creazione? Vediamo cosa ne vien fuori.

Ed ora la preghiera di oggi. Anche questa l’ha scritta il Papa, proprio all’inizio di questo 2022.
Non pensavamo allora che ci avrebbe toccato così da vicino, ma siamo certi che tutti coloro che vivono questa sofferenza in questi giorni hanno san Giuseppe che veglia su di loro, come ha vegliato sulla sua famiglia.

San Giuseppe,

tu che hai sperimentato la sofferenza di chi deve fuggire,

tu che sei stato costretto a fuggire per salvare la vita alle persone più care,

proteggi tutti coloro che fuggono a causa della guerra, dell’odio, della fame.

Sostienili nelle loro difficoltà, rafforzali nella speranza e fa’ che incontrino accoglienza e solidarietà.

Guida i loro passi e apri i cuori di coloro che possono aiutarli. Amen.”


NOVENA A SAN GIUSEPPE – 2° giorno

Venerdì 11 marzo 2022 – PADRE NELLA TENEREZZA

Pubblicato in 2020 2021 in da Letizia

Eccoci al secondo della nostra novena! Oggi il Papa ci ricorda che Giuseppe è padre nella tenerezza. Sentiamo qui come parla del suo amore per Maria e di come ha scoperto il suo posto nel progetto di Dio.

Certo, chissà quante volte Giuseppe si sarà sentito in difficoltà: tra Maria e Gesù quello che si sentiva meno capace, qualche volta anche preoccupato, angustiato da tutto quello che succedeva alla sua famiglia era sicuramente lui. Ma Giuseppe è stato per  Gesù Colui che gli ha mostrato la tenerezza di Dio, che si piegava a raccoglierlo quando cadeva da piccolo correndo, o che si preoccupava di insegnargli un mestiere oppure quando nel giorno di Kippur lo copriva col lembo del suo talled durante la preghiera. Giuseppe con la sua tenerezza di papà ha insegnato a Gesù che anche attraverso la nostra paura e la nostra debolezza l’amore di Dio costruisce il nostro destino buono. Così Giuseppe ha collaborato al disegno di Dio!

Certo che doveva essere una famiglia veramente speciale quella di Nazareth!

Guardate come la raffigura questo pittore bolognese del Seicento, Lucio Massari

Qui stanno facendo insieme il bucato!  Maria inginocchiata presso una limpida pozza d’acqua, è intenta a fare il bucato; il bambino Gesù raccoglie i panni lavati in un mastello e li porge a Giuseppe che li stende ad asciugare sul ramo dell’albero più vicino.

L’unico che guarda fuori della scena è Giuseppe: sembra che guardi proprio noi invitandoci a partecipare all’opera del Padre. Sembra quasi volerci dire “Che aspettate? Non vedete com’è bello vivere così?”

E guardate che bei colori ha usato:  il rosso splendente della veste di Maria e il blu del suo manto; l’azzurro della tunica di Gesù; il viola dell’abito di Giuseppe ci ricordano le caratteristiche della vita nuova di questa famiglia: l’amore (rosso) e la fede (blu), l’azzurro del cielo e il viola della penitenza…tutte condizioni perché il bianco della salvezza divina risplenda nella vita dell’uomo.

Bello, vero?

Ma ora è arrivato il momento di entrare anche noi nella scena, con l’aiuto del nostro grande amico Giuseppe Pecci!

Ha preparato per noi due disegni tratti dal quadro. In uno è raffigurato  lo sfondo del quadro nell’altro i personaggi da ritagliare e posizionare sullo sfondo come sono nel quadro oppure anche come piacerebbe di più a voi.

Pronti a stampare, colorare, ritagliare e incollare?

Se volete potete anche mandarci le foto delle vostre opere d’arte!

Buon lavoro!

Oggi preghiamo san Giuseppe con le parole di Papa Francesco

Salve, custode del Redentore,
e sposo della Vergine Maria.
A te Dio affidò il suo Figlio;
in te Maria ripose la sua fiducia;
con te Cristo diventò uomo.
O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi,
e guidaci nel cammino della vita.
Ottienici grazia, misericordia e coraggio,
e difendici da ogni male. Amen.


Novena a San Giuseppe – 1° giorno

Cari amici del Presepe,

sapete cos’è una novena? E’ una preghiera che si recita per nove giorni consecutivi specialmente prima di una festa religiosa particolare, molto attesa, una preghiera che serve a prepararci il cuore perché i doni che ci aspettano non vadano sprecati nella distrazione.

Oggi in tanti nella Chiesa iniziano la novena in preparazione della festa di san Giuseppe e anche noi vogliamo unirci alla Chiesa universale, in questi giorni così pieni di apprensione per i destini del mondo, riproponendo le pagine che lo scorso anno avevamo dedicato a San Giuseppe, riprendendo i titoli della Lettera Apostolica di Papa Francesco “Patris Corde”(Con cuore di padre).

Sarà la nostra novena in preparazione alla festa del 19 marzo. Ogni giorno proporremo anche una breve preghiera a san Giuseppe perché il dono della pace cominci a germogliare nel cuore di ciascuno di noi come fioriva ogni giorno nel cuore della famiglia di Gesù.

10 marzo 2022 -1° giorno _PADRE AMATO

Impariamo dal Papa a conoscere questo grande Santo, a partire dalla Sua Lettera Apostolica. Ogni giorno ascolteremo qualcosa di quel che il Papa ci insegna su San Giuseppe facendo parlare Giuseppe stesso, così come è accaduto nel Presepe Vivente  2018.

Oggi il titolo della meditazione del Papa è PADRE AMATO. Nei secoli non c’è santo che è stato più venerato di Lui! Sentite che bei titoli gli hanno dato i Papi :

Papa Pio IX _ PATRONO DELLA CHIESA UNIVERSALE

Papa PIO XII – PATRONO DEI LAVORATORI

Papa GIOVANNI PAOLO II – CUSTODE DEL REDENTORE

Il popolo cristiano da sempre lo invoca come “PATRONO DELLA BUONA MORTE”.

Dice Papa Francesco: “San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine.”

Ogni gesto anche piccolo è grandissimo se è fatto dicendo di sì al progetto di Dio. Giuseppe sapeva che gli era capitata una cosa grande, anche se quello che vedevano, da fuori, tutti era assolutamente normale. Per questo nel video di oggi Giuseppe si presenta e racconta di sè: tutto stupito che una storia così grande sia capitata proprio a Lui.

Sposo di Maria e padre di Gesù! Che storia!

Il Papa ci ricorda anche che il popolo cristiano ha spesso ripetuto, nei momenti di difficoltà la frase ITE AD JOSEPH, che significa ANDATE DA GIUSEPPE! (in realtà la frase nella Bibbia si riferiva ad un altro Giuseppe, anche lui con una storia bellissima di salvezza, magari un’altra volta ne parliamo). E’ un invito che viene fatto ad ognuno tutte le volte che ci sentiamo in difficoltà o non sappiamo bene come fare per essere più amici di Gesù: il Papa ci ricorda che Colui che gli ha fatto da padre sulla terra si occuperà anche di noi e non mancherà di insegnarci la strada, come faceva con Gesù. Guardate come lo guarda Gesù Bambino in questo bel disegno della nostra amica Anna Formaggio! Se proviamo a colorarlo forse ci rimarrà un po’ dell’amore che corre tra questi tre anche nel nostro cuore!

Oggi preghiamo san Giuseppe con le parole di san Francesco di Sales

Glorioso San Giuseppe,
sposo di Maria,
estendi anche a noi la tua protezione paterna,
tu che sei capace di rendere possibili
le più impossibili delle cose.
Guarda alle nostre presenti necessità,
rivolgi i tuoi occhi di padre
su ciò che preme ai tuoi figli.
Aiutaci
e prendi sotto la tua amorevole protezione
le questioni così importanti
che ti affidiamo,
in modo che il loro esito favorevole
sia per la Gloria di Dio
e per il bene di noi
che affettuosamente ti seguiamo.
Amen.